The Colours of Magic

Benvenuti a tutti, Nobili Pari e Miserabile Servitù! Spostate gli scheletri del pubblico che aveva deciso di attendere in sala la prossima reccy, scavalcate i cadaveri delle Leali Guardie rimaste ad attendere le orde di autori scatenati, accomodatevi fra i sedili marcescenti!

Ma attenzione, i tempi sono cambiati. Il Mostrosauro è stato ridipinto di rosa e aiuta le famigliole di pucciosi paperotti ad attraversare il Fossato (i paperotti non abbastanza pucciosi, naturalmente, vengono rimossi dal pool genetico). I Conigli Scanner hanno la museruola e vengono usati per la pet therapy dei bambini del Pubblico Ausiliario, ancora traumatizzati dagli orrori cui hanno assistito. L’arena dei Duelli con l’Autore ospita ora le Aiuole di Palazzo, dove si tengono gare di potaggio artistico (i giardinieri non abbastanza performanti vengono comunque utilizzati come concime).

Insomma, almeno per questa serie di articoli, vedrete un Palazzo puccioso e amorevole come mai prima d’ora, e solo un numero limitato di opere davvero meritevoli verranno massacrate nel processo: non abbiamo più paura della tenerezza!

Purtroppo per voi, articoli pucciosi o no, la logorrea palatina rimane intatta. Come da tradizione, quindi, questo articolo sarà solo il primo di una trilogia, tutta dedicata ai sistemi magici. Nel primo articolo, abbiamo inutili salamelecchi introduttiv… ehm, abbiamo una panoramica generale sui sistemi magici nel fantasy, con esempi particolarmente buoni e particolarmente tragici. Nei due articoli successivi, vedremo più in dettaglio alcune “regole” della magia e altri elementi che aiutano a rendere memorabile un sistema magico.

Duchessa, non cerchi di scappare o la faremo frust… volevo dire, altrimenti saremo tanto, tanto dispiaciuti e il mostrosauro si metterà a piangere.

Mettetevi comodi, sorseggiate il tè che vi portano gli adorabili e sorridenti Schiavi di Palazzo, e ricordatevi di segnalare al Servizio di Sicurezza Interno quelli che non dovessero sorridere opportunamente.

Parliamo di cose serie, dunque: la magia.

Sistemi magici

La magia nel fantasy e le sue regole
Prima puntata: the colours of magic


Fantasy. O Fèntasi. Richiama subito immagini di elfe discinte, bikini in maglia di ferro, torri che arrivano a metà strada per l’orbita geostazionaria, cattivi col pizzetto che ridono satanicamente, nani che bevono oro mentre estraggono birra, frecce afferrate al volo e tutti i cliché a cui siamo abituati.

In ogni caso, per quanto variegato sia il genere fantasy, c’è un elemento quasi sempre presente: la magia.

Se Harry Potter avesse frequentato una scuola pubblica inglese per poi finire impiegato in un call center, nessuno se lo sarebbe cagato. Senza magia, Danaerys sarebbe finita a fare la calza a Vaes Dothrak, Dresden avrebbe perso la licenza di consulente per la polizia al primo incontro coi Myth Busters. E il Wunderkind Caius sarebbe rimasto a coniugare il verbo “sanguinare”, per poi finire vittima di un normale maniaco dei giardinetti anziché di Herr Pinguino. E Bryan di Boscoquieto… in effetti, questo non credo di volerlo sapere.

Il Palazzo si pregia della propria documentazione ed attendibilità, quindi non oseremmo mai parlare di un tema importante come la magia senza l’opinione di un esperto competente.

Si apre lentamente il sipario

Dietro, un uomo e una donna sono seduti a un tavolino. Lei tiene un taccuino in una mano e una penna d’oca nell’altra. Rosa, in ossequio al new deal di Palazzo.

Lui è un vecchio secco con la barba lunga. Indossa un cappello a cono e una tunica corta azzurra, sotto cui sporgono dei bermuda. Porta ciabatte infradito e un gufo accigliato sulla spalla.

Signori e Signore, salutate la Cronista di Palazzo, che d’ora in poi intervisterà per noi gli ospiti, e Mago Merlino, venuto da Honolulu per parlarci di magia!

Un professionista di altissima levatura

Un bambino del Pubblico Ausiliario indica le ciabatte infradito del Mago e sghignazza. Viene immediatamente trasformato in un rospo

Cronista: “Mago Merlino! La sua presenza qui ci onora! Mi dica, cosa la porta così lontano da Honolulu?”

Mago Merlino: “Ehm, ehm. Temo di avere la LAV alle calcagna, non gli piace la storia del gufo ammaestrato. E c’è anche qualche problema con quel lupo a cui non ho permesso di mangiare il mio studente, a quanto pare sono stato specista. Ho deciso che è meglio fargli perdere le mie tracce”

Cronista: “Ha tutta la comprensione del Palazzo, che le offre ospitalità nell’ambito del nostro programma di Protezione Criminali Assortiti. Non sa quanti problemi abbiamo avuto per i conigli-scanner e il Mostrosauro… ma torniamo al punto. Lei è un esperto di magia, no?”

MM: “Naturalmente! Ho le piene credenziali accademiche: un cappello a punta, una barba e una tunica”

C: “Fa piacere parlare con un professionista. Ci dica, quindi: da dove partirebbe a parlare della magia nella narrativa fantastica?”

MM: “Non c’è n’è mai abbastanza. La magia crea posti di lavoro per vecchi rincoglioniti come me, tappa i buchi logici dei principianti, permette a inutili quindicenni di salvare il mondo, e fornisce scuse perfette per usare gli aggettivi mistico e arcano!”

C: “Signor Merlino, siamo in onda”

Il mago si guarda attorno, stupito.

MM: “Ehm, ehm. Dicevo: la magia è un elemento narrativo unico, che ci permette di esplorare una varietà di mondi profondamente diversi dal nostro, e costruire storie basate su presupposti impensabili nel mondo reale!”

C: “Molto più politicamente corretto. Ci dica, quindi: un po’ di magia migliora qualunque racconto?”

MM: “No, no e poi no! Siamo seri professionisti, noi maghi! Lavoriamo solo quando ne vale la pena. Se devo dare una legge zero della magia in narrativa, è questa: Se una storia funzionerebbe altrettanto bene senza magia, meglio scriverla senza magia.

C: “Si spieghi meglio”

MM: “Umpf, voi giovani non capite niente… mi spiegherò con un esempio”

Il mago alza un braccio rinsecchito, e sopra al palco, in una pioggia di scintille viola, appare un antico orrore che flagella il mondo: Licia Troisi!

Il pubblico ausiliario grida e si copre gli occhi. La duchessa sviene sui crostini di colibrì. Il volto spettrale dell’autrice prende la parola.

The horror! The horror!

Cerco di rendere credibili le vicende esistenziali dei miei personaggi, ma se dalla trama si tolgono draghi e mezz’elfi, i miei romanzi potrebbero svolgersi anche adesso

Il volto della Troisi si dissolve, lasciando solo un forte odore di zolfo nella sala. Silenzio di tomba.

MM: “Perdonate il metodo estremo, ma gli orrori del passato non devono essere nascosti alle nuove generazioni – per questo giro in costume da bagno a Honolulu. Licia Troisi si vanta dei propri difetti, ma molti altri autori vi cadono senza rendersene conto.

Il fantastico, nella narrativa fantastica , non dovrebbe essere un simpatico sfondo colorato davanti a cui i personaggi si fanno i selfie. Come succede, per fare un esempio, nel 90% dei P aranormal Romance: definire “vampiro” l’adolescente di turno lo rende più cupo & tenebroso, ma non ha alcun impatto sulla trama.

Il fantasy è immaginare un mondo diverso dal nostro, e se la diversità è soltanto estetica, come la vernic e rosa sul mostrosauro, o l’antirughe su di me, allora non è narrativa fantastica. O è lì perché l’autore non riesce a immaginare di meglio, oppure perché è una becera operazione commerciale , come il mostrosauro ridipinto stesso, che serve unicamente ad attirare pubblico ignaro nel v ostro girone di invidia & blasfemia.”

Knight: “Obietto al suo cinismo. Vogliamo attirare il pubblico ignaro nel nostro girone di invidia, blasfemia e frustrazione, prego”

MM: “Certo, perdonate. Come dicevo, la magia è il principale what if nella maggioranza dei fantasy, ed è uno degli elementi di ambientazione più caratteristici. Può fare la differenza fra un libro memorabile e uno che dimenticherete appena chiuso. È anche uno degli elementi più interessanti e difficili da gestire in modo intelligente. Credete che io sia diventato un mago da un giorno all’altro, del resto? Non è così facile farsi crescere una barba!

È sorprendente quanti libri fantasy si accontentino di una magia “di default”, legata ai soliti elementi aristotelici\veri nomi\mistico legame con la natura o più di uno dei precedenti. Una magia poco originale, o sviluppata male, è un ottimo indicatore di trash.

Questo non significa che partire da idee più comuni, come la magia elementale o la magia dei nomi, sia sbagliato. Va benissimo purché sia gestito in modo coerente e intelligente, sia una scelta e non una magia generica buttata lì per caso. Per quanto siano le scelte più comuni, si può anche trattarle in modo profondamente originale.

La magia va pensata bene, se possibile deve essere sviluppata attorno a un’idea forte e originale, la magia deve essere coerente. Le regole sono importanti: per esempio, trasformarsi solo in animali, niente draghi verdi e roba simile, e non scomparire!

Certo, ci sono libri low fantasy in cui la magia appare pochissimo, e libri in cui gli elementi fantastici non sono una magia vera e propria (si pensi rispettivamente a Martin e Pratchett) , ma discorsi analoghi valgono per qualunque altro elemento fantastico.”

C: “ Grazie! Ma con tutto il rispetto, di pontificare sulla magia sono capaci tutti. La logorrea dei padroni di questo Palazzo, dopotutto, è pari solo alla loro lentezza. Per quanto abbiamo apprezzato il suo discorso, ora che abbiamo un vero mago in sala preferiremmo chiederle di mostrarci qualcosa!”

MM: “Ma come, avevo appena iniziato! C’è molto altro da dire su…”

C: “Certo, certo, ma noi viviamo secondo la regola del ‘ Non Fare Oggi Quel Che Puoi Fare In Altre Tre Recensioni Domani ‘ , quindi abbiamo già altri due articoli in programma sulla magia. Oggi vogliamo solo dare una panoramica generale sulla magia, e speravamo che un professionista del suo calibro potesse mostrarci qualcosa”

M M: “Uffa, basta presentarsi con un cappello a punta e tutti ti prendono per un fenomeno da baraccone… e va bene, ma solo perché avete promesso il buffet a vostre spese. Ammirate, quindi, cosa vi mostra il mio potere!”

***

Il mago alza ancora le braccia, e tutte le luci in sala si spengono.

Knight: “Sappiamo tutti che questo trucco l’ha rubato a Silente”

MM: “Io ho più barba di lui, quindi ne ho il diritto. Ma ora osservate, perché con i miei mistici poteri arcani, vi presenterò le molte e diverse magie che ho incontrato nei miei viaggi fra i mondi ”

Una scritta appare sulla parete: CARICAMENTO DI MICROSOFT POWER POINT.

***

Mistborn saga (Brandon Sanderson): Sanderson è senza dubbio il migliore, quando si tratta di sistemi magici. Ogni suo libro andrebbe menzionato, ma per questa volta mi limito alla trilogia di Mistborn. Nell’Impero Finale, in cui è ambienta la serie, la magia è basata sul metallo. Esistono otto metalli di base e due alti metalli. I metalli di base, sono quattro coppie di metalli comuni (rame, ferro, stagno, zinco) e quattro loro leghe. La maggior parte delle persone dotate di poteri (“misting”) è in grado di usare un singolo metallo, inghiottendone un piccolo pezzo e “bruciandolo” per ottenere un effetto magico. L’effetto del metallo puro è collegato a quello della sua lega. Per esempio, bruciare il ferro permette di attirare a sé oggetti metallici, bruciare acciaio permette di respingerli. Lo zinco affievolisce le emozioni altrui, mentre l’ottone le amplifica – e così via. Una piccolissima minoranza delle persone dotate di poteri, i Mistborn, sono in grado di usare tutti e dieci i metalli – e si comportano come agenti speciali per i Casati a cui appartengono. Il metallo più raro di tutti, l’Atium, permette a chi lo brucia di vedere il futuro vicino, diventando pressoché impossibile da sconfiggere in combattimento. Il potere dell’Impero Finale si basa per buona parte sul monopolio dell’Atium, che viene distribuito ai casati nobiliari come ricompensa da parte dell’Imperatore.


Un lamento disumano s’ode dalle ultime file. Il misterioso grafico di palazzo si fa largo tra le poltroncine con occhi di chi ha appena finito di contrattare con i reali per il colore della nuova carta da parati, e un accenno di bava alla bocca.
I sexy schiavi cercano di trattenere la creatura, ma invano.
Torna dieci minuti dopo aver preso possesso del computer, con espressione soddisfatta velata da ossessione. Ora le slide hanno una grafica piacevole.

Lightbringer saga (Brent Weeks): Nelle Sette Satrapie, la magia è basata sullo spettro luminoso. I maghi, detti “Drafter”, possono assorbire luce di un determinato colore per creare una sostanza magica detta luxina e darle la forma che vogliono. La luxina ha proprietà diverse a seconda del colore, e la maggioranza dei drafter può usare uno solo dei sette colori (infrarosso, rosso, giallo, arancione, verde, azzurro, ultravioletto). Per esempio, la luxina rossa è appiccicosa e infiammabile, i drafter del rosso la usano principalmente come arma, la luxina blu è rigida e tagliente, la luxina verde è flessibile ed elastica. La magia è utilissima sia in combattimento (per i Drafter è facile scagliare luxina con forza letale, o in forma di lame affilate) sia per applicazioni civili: la luxina può essere sigillata e resa stabile, permettendo di costruire oggetti e perfino edifici. La capitale delle Sette Satrapie è costruita pressoché unicamente di luxina.Usare la magia ha un prezzo, però: ogni volta che un drafter usa la luxina, se ne accumula un po’ nelle sue iridi. Quando sono completamente piene, la luxina inizia a depositarsi nella sclera, e a quel punto il mago inizia rapidamente ad ammattire, diventando pericoloso e irrazionale – al punto che è necessario dare la caccia e uccidere gli Spettri, i Drafter che hanno usato troppa magia. Per questo, i maghi sono rispettati e ben pagati, ma di norma sanno che vivranno poco: anche usando con cautela la magia, entro i cinquant’anni le loro iridi saranno piene, e dovranno sottoporsi alla cerimonia annuale della Liberazione, in cui i maghi più vicini a impazzire confessano i propri peccati e vengono uccisi.

C’è anche un’eccezione: il Prisma. Ne nasce solo uno per volta (almeno in teoria…) ed è un drafter in grado di usare tutti e sette i tipi di luxina, e senza bisogno di luce del colore giusto. Inoltre, la luxina non si accumula nei suoi occhi, per cui può usare tutta la magia che vuole senza correre rischi. Per questo, è la massima autorità religiosa delle Sette Satrapie.

Kingskiller Chronicles  (Patrick Rothfuss): Coesistono una magia molto “scientifica” basata sul principio di simpatia e una basata sulla magia dei Veri Nomi – resa molto bene, cosa rara. La prima è la Simpatia: un Simpatista può usare parole e una particolare forma di concentrazione per creare un legame fra due oggetti. Più simili i due oggetti, più forte il legame. Due pezzi dello stesso ramo spezzato, o due monete identiche, hanno un ottimo legame. Due oggetti solo vagamente simili (un sasso e una piuma) possono comunque venire legati, ma la connessione disperde moltissima energia.

Una volta legati due oggetti, si può trasferire energia in varie forme dall’uno all’altro – tipicamente si muove uno per muovere l’altro, oppure si trasferisce calore dall’uno all’altro. Si può usare la Simpatia per accendere un fuoco, sollevare oggetti pesanti, spegnere incendi disperdendone il calore… oppure, per esempio, per bollire il sangue di un avversario.

Distanza, capacità di concentrazione del “mago”, somiglianza dei due oggetti e molti altri valori influenzano la quantità di energia che si riesce a trasferire. Il tutto funziona in modo molto, molto scientifico – il lettore impara rapidamente i principi base, e anche se i dettagli non vengono dati, il protagonista studia equazioni per determinare quanta energia si possa trasferire e con quante perdite.

Il risultato è che i simpatisti possono fare molte cose utili in pace e in guerra, ma sono fortemente limitati dal bisogno di una fonte di energia (tipicamente un fuoco) e di un legame (il migliore, se si vuole fare qualcosa di male a un’altra persona, è una goccia del suo sangue).

Accanto a questa magia molto “tecnica”, c’è quella dei nomi. Passando abbastanza tempo a osservare e studiare un fenomeno naturale (di solito fuoco, vento, roccia, acqua o altre cose semplici) la parte più istintiva della mente umana può impararne il Nome – il cui suono non può nemmeno essere compreso dalla mente cosciente, e quindi non si può insegnare come una parola normale. Conoscendo il Nome di qualcosa, si ha qualche misura di potere su di esso.

L’accostamento di una magia molto mistica, difficile da descrivere e comprendere anche all’interno di quel mondo, e di una invece molto scientifica e descritta da equazioni è qualcosa di molto, molto particolare, non mi vengono in mente altri libri che lo facciano.

Powder Mage Trilogy (Brian McClellan): Qui la magia cambia nel tempo, e un “nuovo” sistema magico si sta sostituendo a quello vecchio. Quello vecchio è relativamente classico, basato sul controllo degli elementi. Quello nuovo, invece, è basato sulla polvere da sparo! I “powder mage”, utilizzatori della nuova magia, inalano polvere da sparo per poter muoversi più velocemente della gente comune, e in più possono deviare i proiettili – per mandare a segno i propri, o per deflettere quelli nemici. La vecchia magia è ancora prevalente, ma nascono sempre meno maghi legati alla magia degli elementi, che funziona sempre meno bene, e sempre più powder mage. Il libro è ambientato nel momento in cui i powder mage stanno diventando troppo forti per accontentarsi del ruolo di maghi seri di B che hanno nella società.

Among Others (Jo Walton): Uno strano sistema magico per uno strano libro. La magia di Among Others ha una caratteristica unica: può sempre essere spiegata senza bisogno di soprannaturale. Questo però non vuol dire che sia una magia debole: solo che agisce in modo discreto.

Qualche esempio: la protagonista usa la magia per “distruggere” una fabbrica, gettando un fiore in una pozza d’acqua. Non succede niente. Ma il giorno dopo arriva la notizia da Londra che si è deciso di chiudere la fabbrica, e che la decisione è stata presa da molte settimane. Nulla di soprannaturale, eppure la magia ha funzionato.

E così per tutto: la protagonista usa la magia per crearsi una cerchia di amici, e poco dopo riceve l’invito a un circolo di lettori di fantascienza con cui andrà molto d’accordo. Il circolo esisteva prima che lei lo incontrasse? L’avrebbe incontrato lo stesso?

Questa magia può perfino cambiare cose già avvenute, purché nessuno, di persona, assista a nulla che violi le leggi della fisica. Per questo, meno persone sono implicate in un evento, più è facile modificarlo: c’è un accenno al fatto che la protagonista sia morta, in passato, ma che sia stata riportata in vita dalla sorella, sfruttando il fatto che nessuno sapeva cosa le fosse successo.

Una magia del genere diventa rapidamente velenosa per chi la usa. Da una parte c’è la continua tentazione di cambiare continuamente la realtà perché tutto vada come si vuole, fino a trasformare – come dice la protagonista – tutte le persone con cui si interagisce in burattini. Dall’altra parte, anche usando poco la magia, c’è l’impossibilità di riconoscere quanto di quello che succede sia spontaneo, e quanto effetto dei propri incantesimi. Per esempio, uno dei membri del circolo si innamora della protagonista, e lei ricambia, ma non può evitare di chiedersi se gli sarebbe piaciuta lo stesso, senza l’incantesimo.

Al netto, un’idea particolarissima e resa bene, che rende degno di essere letto un libro in cui non succede niente, ma proprio niente.

Farseer Trilogy (Robin Hobb): Nei Sei Ducati coesistono due diversi tipi di magia.

Uno è distintivo della famiglia reale – la capacità di usare la magia qui è sostanzialmente genetica. Viene detta la Skill, ed è la capacità di toccare la mente di altri esseri umani. Le persone che ne sono dotate possono usarla per comunicare a grandi distanze – un’abilità utilissima per tenere assieme un vasto regno. Ma ha anche molti altri usi: la Skill può influenzare la mente delle persone con illusioni e sensazioni false, come una sorta di potente ipnosi, e può perfino essere usata per cambiare in modo fondamentale una persona.

Il principe del regno usa illusioni per mandare i timonieri delle navi pirata a schiantarsi contro gli scogli, oltre che per comunicare con le proprie truppe. Ma la vediamo usata anche per creare servitori fisicamente incapaci di tradire il maestro, e per utilizzi più sottili: per esempio, qualcuno abile nella Skill può “parassitare” la mente di qualcun altro, e spiare attraverso i suoi occhi. È una magia sottile, poco evidente ma molto potente, e resa benissimo.

Ma usare la Skill prosciuga le energie di chi ne fa uso, e al tempo stesso lo rende dipendente. Utilizzarla pesantemente causa un grande indebolimento, il cui unico rimedio efficace è risucchiare le energie a qualcun altro – un’altra delle abilità più inquietanti concesse da questa magia.

L’altro sistema magico presente è la Wit, sembra un’abilità mentale, che permette invece di legarsi agli animali, influenzarli, e condividere parte della loro mente. Ha qualcosa in comune con la Skill, ma è un’abilità distinta, e in quel mondo è considerata – non del tutto a torto – una capacità bestiale, da selvaggi, mentre la Skill è il potere dei re.

Anche la Wit – di cui dispone il protagonista – è molto affascinante, il suo legame con gli animali, tema che associamo di solito a storie zuccherose per bambini, è raccontato in modo assolutamente brillante. In particolare grazie a un aspetto: usare la Wit con un animale avvicina progressivamente quell’animale all’uomo… e l’uomo all’animale. L’animale si esprime (mentalmente) in modo sempre più articolato e intelligente, ma l’essere umano tende a diventare sempre più selvaggio.

Inoltre una grande nota di merito all’autrice per un dettaglio: grazie alla Wit, il protagonista percepisce la presenza di tutte le creature viventi. Ma per molti anni, non si rende nemmeno conto che è un potere magico, e che la maggior parte della gente non dispone di questo senso. Solo quando incontra delle persone che non vengono percepite dalla sua magia capisce che è un senso del tutto a parte.

La Skill e la Wit, oltre che molto particolari, sono fra i sistemi magici che ho trovato meglio resi fra tutti i libri che ho letto.

Bartimeus Trilogy (Jonathan Stroud): Nell’Europa alternativa di questa serie, l’Impero Inglese è una potenza dominante, ed è governato da un’oligarchia piuttosto tirannica di maghi. Sono maghi particolari: intanto non hanno alcun talento speciale, sono solo persone comuni (i nuovi apprendisti sono bambini adottati, per evitare la formazione di dinastie) che imparano a usare la magia – in linea di principio, chiunque potrebbe diventare un Mago.

Ma la loro caratteristica più singolare è un’altra: sebbene possano fare una serie di piccoli incantesimi, il loro unico potere davvero grande è quello di evocare demoni e costringerli al proprio volere. I demoni, a differenza loro, dispongono di enormi poteri magici che usano con facilità.

La maggior parte dei demoni sono servitori riluttanti, anche se ci sono alcune eccezioni, e approfittano volentieri del minimo errore nel formulare gli ordini per balzare addosso all’evocatore. Ma finché i maghi sono cauti, sono una fonte di potere enorme. Il potere di un mago è legato alla precisione con cui riesce a effettuare i rituali di evocazione, e alla sua volontà – perché ne serve molta per trascinare un demone potente dall’Altro Luogo al nostro mondo.

I maghi normalmente hanno servitori demoniaci nascosti che li seguono in tutte le situazioni, e ne possono evocare altri per svolgere compiti specifici. Poiché i demoni possono nascondersi alla vista delle persone comuni, la maggioranza della popolazione non vede il demone, ma solo le cose impossibili che accadono per volontà dei maghi.

Forse l’unico sistema magico che mi venga in mente in cui il potere dei maghi è (quasi) completamente derivato da altre entità.

Pure il suo gufo di Merlino si addormenta e cade a terra. Il tonfo risveglia la Cronista, che nota il pubblico occupato a russare

Cronista: “Ehm, grazie, Signor Merlino. La ringraziamo per la sua buona volontà nel fornirci esempi concreti di magia. Ora però vorremmo proseguire con…”

Mago Merlino: “Ma no, ma no, mi ero appena scaldato! Ora volevo parlare di…”

C: “Guardi! Un sicario della LAV si sta avvicinando! Presto, fugga!”

Il Mago si guarda attorno, a bocca aperta, arraffa il gufo addormentato e sparisce in un lampo di luce viola. Knight, risvegliato dalla Cronista, suona il Gong di Palazzo, e il pubblico inizia lentamente a risvegliarsi

Con questo, la mia prima tirata sulla magia nel fantasy è concluso. Ma ehi, non credete davvero di potervene andare così facilmente! Armigeri, ammanettate (con le manette rosa e pelose – lasciamo perdere dove le abbiamo comprate) gli ospiti che hanno cercato di andarsene! Non vorranno mica perdersi la vendita di pentole aziendale?

D’ora in poi, infatti, per compensare le spese di mantenimento del palazzo, il salario (nullo) della servitù e le Grandiose Feste dei Nobili Pari, abbiamo deciso di fare cassa con le Vendite di Pentole Aziendali! Al termine di ogni articolo, consiglierò entusiasticamente un libro particolarmente valido. Poi mi troverò in un bar fumoso con l’autore a riscuotere la mia percentuale.

E la pentola di oggi è…

***

Vendita di Pentole Aziendale:

Warbreaker (Brandon Sanderson)
Tradotto in italiano come “Il Conciliatore”, edito Fanucci

Su Nalthis, il mondo dove è ambientata questa storia, la magia è basata sul respiro e sui colori.

Ogni essere umano nasce con un Respiro. Il Respiro può essere ceduto a qualcun altro o infuso in un oggetto, semplicemente pronunciando alcune frasi – “il mio respiro al tuo, la mia vita alla tua” trasferisce tutti i Respiri di una persona a un’altra.

Si può vivere benissimo senza Respiro, e molti vendono il proprio a ricchi acquirenti. Ricchi e potenti, quindi, hanno molti respiri: più respiri hai, più sei in salute, più percepisci le emozioni altrui, più intensamente vedi i colori. Accumulati un numero sufficiente di Respiri, si inizia a guadagnare dei poteri, per esempio sapere a colpo d’occhio quanti Respiri possiede qualcun altro, smettere di invecchiare, o una sorta di orecchio assoluto verso i colori.

E i colori sono l’altro aspetto di questo sistema magico. Attorno ad una persona che possiede molti Respiri, i colori diventano più intensi. E una persona con molti Respiri, può infonderne una parte a un oggetto, assorbendo il colore circostante, per animarlo.

Un oggetto animato può eseguire alcuni semplici ordini, che devono essere dati in modo logicamente rigoroso – più di tutto, ricorda un linguaggio di programmazione. Più un oggetto assomiglia a un essere vivente, meno Respiri servono per animarlo. Per esempio, è facile animare dei vestiti, che hanno una forma sostanzialmente umanoide, ma molto difficile animare una sedia.

E qui l’applicazione più inquietante di questi poteri: i Senzavita. Nulla è più simile a un essere umano che il cadavere di un essere umano. Basta un singolo Respiro, quindi, per animare un cadavere, che obbedirà meccanicamente agli ordini di chi l’ha creato. Un potente impero di questo mondo, Halladren, ha imparato a conservare i cadaveri sostituendo il sangue con un liquido conservante, e ha così creato un potentissimo esercito di non morti.

La storia segue due principesse di un piccolo regno confinante con Halladren, Idris. La casa di Idris un tempo era la casa reale di Halladren, ma è stata deposta nei grandi casini di qualche secolo prima. Ora Idris è un piccolo regno incapace di opporsi militarmente ad Halladren, e per mantenere la propria libertà la casa regnante stringe un accordo: una principessa di Idris verrà data in sposa al Dio-Re di Halladren.

Una principessa si trova quindi a viaggiare verso Halladren per andare in sposa al misterioso, e per lei terrificante, Dio-Re. L’altra la segue in incognito, sperando di poterla liberare.

A complicare il tutto, la corte di Halladren non è costituita da esseri umani, ma dagli Dei Ritornati. Un’altra peculiarità di questo mondo, infatti, è che una piccolissima percentuale delle persone che muoiono tornano in vita poco dopo, perdendo i ricordi, ma trasformandosi in Ritornati. I Ritornati hanno poteri equivalenti a un essere umano con centinaia di respiri, e sono più alti, forti, belli e genericamente fighi delle persone comuni. Ma i loro poteri hanno un prezzo: devono consumare il Respiro di un’altra persona ogni settimana, altrimenti muoiono. Ogni settimana, quindi, cittadini di Halladren vengono a offrire il proprio Respiro agli dei.

In cambio, gli dei Ritornati ascoltano le loro suppliche. E ciascun dio può, una volta soltanto, compiere un miracolo per i propri fedeli – ma muore nel processo.

Può sembrare troppa roba in pentola. E la principessa in sposa al malvagio re può sembrare una storia scontata. Ma come tipico di Sanderson, tutto si rivelerà collegato con spiegazioni sorprendentemente semplici. E le cose non andranno assolutamente come potreste aspettarvi dai cliché. È una storia con un sistema magico brillante, personaggi notevoli – in particolare Lightsong, il dio del coraggio che non crede di essere un dio – e una trama brillante. È un ottima prima dose per diventare drogati dei libri di Brandon Sanderson, e almeno in inglese si trova gratis sul sito dell’autore.

È autoconclusivo, anche se in futuro ci saranno altri libri ambientati sullo stesso pianeta – e io non vedo l’ora.

Non l’ho letto in italiano, ma mi dicono che la traduzione sia abbastanza decente, a parte i nomi degli dei tradotti da un cane drogato.

• Qui lo potete scaricare in inglese gratuitamente, dal sito dell’autore.

• Pagina di Goodreads dell’edizione inglese inglese e italiana

Buona lettura, mentre io vado a prendere la mia percentuale.

***

Warning: vendiamo le pentole, ma non i coperchi
Signore e Signori, anche la Vendita di Pentole è finita! A breve la Servitù vi slegherà dalle sedie, e sarete liberi di andare. Un branco di gioiosi cuccioli di labrador vi condurrà all’uscita e vi saluterà con uggiolii festanti. Godeteveli, perché considerati i tempi di aggiornamento medi di questo sito, per quando ripasserete di qui la cucciolata corrente sarà stata macellata e usata per nutrire la successiva – se non sono teneri e dolci, a noi non servono!

Nei commenti, parlateci pure di sistemi magici di libri che avete letto e che secondo voi meritano menzione – nel bene o nel male – e per quelli di voi che scrivono, sentitevi liberi di parlare dei sistemi magici che avete creato.

Au Revoir, Nobili Pari!

Chiudo con alcuni link:

• Mistborn (Primo libro: The Final Empire): Sito dell’autore, edizione inglese e italiana, con titolo “L’Ultimo Impero”. La traduzione è bruttina, ma non toglie molto al libro.

• Serie Lightbringer (primo libro: The Black Prism): Pagina Goodreads della saga in inglese. Non è stato tradotto.

• Serie Kingskiller (primo libro: The Name of The Wind): Sito dell’autore, edizione inglese e italiana. La traduzione è orribile, blasfema, sinistra, innominabile. Vi prego, leggetelo in inglese.

• Serie Powder Mage (primo libro: Promise of Blood): Edizione inglese. Non è stato tradotto.

• Among Others: Edizione inglese. Tradotto in italiano come “Un altro mondo”, non so nulla su come sia la traduzione.

• Farseer Trilogy (primo libro: Assassin’s Apprentice): Edizione inglese e italiana.

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